giovedì 9 dicembre 2010

COME LA GEOFISICA HA SALVATO DA SICURA DISTRUZIONE LA "MUTERA" DI COLFRANCUI


Fino ai primi anni '60 esistevano nel territorio trevigiano numerose piccole alture. Secondo l'opinione degli studiosi alcune di queste alture erano tumuli, altre luoghi destinati al culto, altre ancora antichi osservatori astronomici. La maggior parte di queste collinette è stata letteralmente rasa al suolo, quelle salvate si contano sulle dita di una mano.
La "Mutera" di Colfrancui si è salvata grazie ai risultati dell'indagine geofisica.
L'unico modo per evitare la distruzione della Mutera era quello di dichiararla struttura di interesse archeologico, ma occorrevano delle prove inoppugnabili. Si decise quindi di investigare la "Mutera" col metodo geofisico non invasivo denominato "Prospezione Magnetica". I risultati dell'indagine magnetica stabilirono la presenza all'interno della collinetta di una fornace, che il successivo scavo archeologico verificò essere di età romana. Lo scavo portò alla luce anche la sepoltura di un cavallo appartenuto ad un guerriero. La Mutera era salva.

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