per affrontare la campagna elettorale in queste ultime settimane.
L'articolo lo potete trovare anche a questo link:
http://www.piazzolanotizia.it/come-si-fa-a-perdere-br-le-elezioni-N61.html
sul nuovo giornale online di Stefania Piazzo (ex direttore de La Padania)
LA LEZIONE TEDESCA
COME SI FA A PERDERE LE ELEZIONI
... oppure a vincerle, dipende dai punti di vista
Ce lo spiegano i fatti, più che i politologi.
Basta guardare certi esempi eclatanti, come le elezioni della Bassa
Sassonia, due settimane fa. La CDU, l’Unione Cristiano Democratica, il
partito della Merkel considerava quel Land, uno dei più importanti della
Germania, quello dove ha sede la Volkswagen, come un proprio feudo. Un
po’ come la Lombardia per il CentroDestra in Italia ... Candidato alla
Presidenza era un cavallo di razza come David McAllister, allievo
prediletto di Frau Merkel, al punto che gli avversari lo hanno
soprannominato McMerkel o Mutti’s Liebling, Cocco di Mamma. McAllister
si presenta bene in televisione. Buca lo schermo, come si dice. Di padre
scozzese e madre tedesca, spicca nel solitamente grigio panorama
politico tedesco perché non manca di humor, piace alla gente e gli piace
stare in mezzo alla gente. Eppure ha perso le elezioni, o, meglio, le
ha perse la CDU, il suo partito, che è il principale dell’attuale
coalizione di governo. La beffa è stata che le ha perse per 344 voti,
quelli mancati per fare eleggere in un solo collegio elettorale il
proprio candidato, invece di quello della SPD, l’opposizione
socialdemocratica. Mai farsi troppi nemici, mai epurare troppo ...
Questa è la prima morale. Ma ce n’è una seconda, non meno importante. E
lasciamo che a dircela sia un commentatore politico di eccezione,
Dieter Stein, direttore del settimanale berlinese “Junge Freiheit”, che
in un suo editoriale rileva come la CDU che si è presentata alle
elezioni, in fondo, non aveva un programma tanto diverso dalla SPD. È il
partito disciplinato della Merkel, che ha vinto l’ultimo congresso, ad
Hannover nel novembre 2012, con il 98,8 % dei voti. È un partito di
funzionari, scrupolosi e ubbidienti. Soprattutto è il partito che, con
la gestione Merkel, ha messo da parte i grandi temi etici, ha fatto
proprie le opinioni dominanti in tema di scuola, matrimoni omosessuali,
antifascismo di maniera, riferimento costante al politicamente corretto
per quel che riguarda moneta unica, Europa, immigrazione, islam e
identità culturale e religiosa. Perché mai votare un simile partito, la
copia della copia, quando a disposizione ci sono i Socialdemocratici e i
Verdi, che, almeno, sono la copia dell’originale depositato a
Bruxelles. Stein dà un quadro drammatico della situazione politica in
Germania: «Dal 2009 la CDU continua a perdere le elezioni, al punto che
si è arrivati alla situazione curiosa che la SPD, principale partito di
opposizione, è rappresentata al Bundestag, il Parlamento Federale, solo
per il 25%, ma governa in 13 Länder su 16 e ha, quindi, la maggioranza
nella seconda camera del Paese, il Bundesrat, o camera delle regioni,
potendo così bloccare qualunque politica del Governo Federale». E trae
una conclusione per la Germania, che, peraltro, è valida anche a casa
nostra: «Le elezioni in Bassa Sassonia dimostrano che anche delle
piccole minoranze, derise dalla maggioranza che ha il controllo del
partito, possono risultare decisive per le sorti di una votazione
popolare. In Bassa Sassonia l’1,1% è andato al partito dei Liberi
Elettori, euroscettici, ma tendenzialmente conservatori». Qualche
migliaio di voti andati persi a causa dello sbarramento al 5%, ma, per
vincere, ne sarebbero bastati 344, in un solo collegio. La gente non
vota gli apparati, vota le idee, i programmi, e le persone che li
portano avanti. E la gente può anche stancarsi. E questo, anche dalle
nostre parti, ha molto da dire all’arroganza di chi ha costruito le sue
liste a partire dal Palazzo e dai suoi intrighi.Giuseppe Reguzzoni
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