Giovedì 6 dicembre, presso la sala conferenze del Primhotel ad Oderzo,
si è tenuto l’incontro-dibattito dal titolo “FOCUS SULLA SANITA’ VENETA-Quale
futuro per Oderzo? Come cambierà la sanità veneta tra Spending Review e taglio dei posti letto”.
Ad organizzare la serata, la sezione locale della Lega Nord –Liga
veneta, un incontro pensato proprio per fare chiarezza sui tagli alla sanità
previsti dalla Spending review attuata dal governo tecnico.
Una serata incentrata però anche sul locale, e che è servita a
rassicurare i cittadini opitergini presenti sulle voci di una possibile chiusura
del reparto ostetricia , pediatria ed il pronto soccorso dell’ospedale di
Oderzo.
Relatore della serata, l’Assessore regionale alla Sanità Luca Coletto
presenti anche l’Assessore Regionale all’Agricoltura, l’opitergino Franco
Manzato, Il Vice presidente del comitato dei Sindaci del Distretto socio
sanitario n°4 Romano Astolfo.
L’intervento dell’assessore Coletto è partito da una considerazione
generale, ossia che il costo della Sanità a livello nazionale, è pari ad un 3/4% ossia 107
miliardi di euro, una cifra sostanziosa che fa capire l’importanza che ha il settore Sanitario. Un Fondo quello
della sanità, tra i più importanti ed essenziali , finanziato però in maniera
modesta. Basti pensare che a livello Europeo, la sanità italiana è al penultimo
posto, nonostante a livello regionale, la sanità veneta sia una delle più
invidiate, e la sua eccellenza sia ampiamente riconosciuta. Ciò che è da
notare-ha proseguito l’assessore Coletto- è che il settore sanitario in
generale è caratterizzato sì da un buon servizio, ma solo a livello regionale,
per l’appunto, e comunque non in tutte le regioni; basti pensare, per fare un
esempio, all’Ospedale Umberto 1° di Roma, con
1000 posti letto si ritrova ad avere 360 primari, sì avete capito
bene:360 P-R-I-M-A-R-I. Una situazione
inaccettabile, soprattutto per regioni come la nostra che hanno già provveduto
nel 2004 ad una razionalizzazione del settore, e che si ritrovano oggi a dover
affrontare ulteriori tagli.
La Spending Review attuata dal governo infatti, si basa sui cosiddetti
COSTI STORICI, prevede ossia che la Regione Veneto debba riferirsi alla
situazione del 2004 per attuare gli ulteriori tagli. Senza considerare però che
nel 2004 era già stata affrontata una razionalizzazione del sistema e che
quindi i dati riferiti ad allora non possono essere portati a riferimento per
la situazione attuale. Senza contare che altre regioni invece, non hanno mai
affrontato tagli nel settore sanitario e tutt’ora non li affronteranno.
L’errore delle valutazioni sta proprio nell’attuazione dei COSTI
STORICI anziché dei COSTI STANDARD (previsti con il Federalismo).
Nonostante questa difficile situazione, ha proseguito Coletto, la
prerogativa della regione Veneto è quella di garantire ai propri cittadini i
Servizi sanitari e l’occupazione. Il Veneto ha da parte sua una mobilità
attiva, segno che la sua eccellenza e il servizio affidabile è riconosciuto non
solo a livello regionale ma anche extra regionale. Molti infatti i pazienti che
vengono a curarsi in Veneto. L’Obbiettivo nel futuro più prossimo sarà quello
della Cartella clinica elettronica, che dovrebbe essere attiva già da metà del
prossimo anno (2013). Grazie a questa novità, i dati dei pazienti saranno
disponibili da qualsiasi posto del Veneto, ed ogni medico potrà essere così a
conoscenza della cartella clinica del paziente, senza attese inutili e perdite
di tempo.
Un intervento rassicurante quello dell’Assessore regionale, che ha
anche garantito che non c’è alcun
pericolo per il reparto di Ostetricia e Pediatria dell’Ospedale di Oderzo. I
numeri parlano chiaro, ha confermato.
Certo è che i tagli previsti dal Governo sono sostanziosi, si parla
infatti di 14 miliardi a livello nazionale, 900 milioni-1miliardo solo in
ambito regionale Veneto. Ciò che però l’assessore ha voluto sottolineare è
l’importanza che ha la sanità veneta per la Regione, che farà tutto il
possibile per salvaguardare il settore, in quanto la sanità dev’essere considerata non come un
costo bensì come un investimento.
Intervenuto alla serata, per un breve saluto, il Direttore Generale
dell’Ulss 9 Claudio Dario, ha colto l’occasione per fare una panoramica dei
servizi e dell’organizzazione attuata a livello trevigiano, una sanità quella
trevigiana che garantisce assistenza a 420 mila abitanti. Diversi i servizi
offerti, uno fra tutti la “centrale operativa” per le assistenze domiciliari: un
numero apposito da contattare gestito da infermieri e medici che offrono la
loro competenza a tutte quelle persone che assistono persone malate in casa e
che fino a poco tempo fa si rivolgevano per qualsiasi cosa direttamente al 118
affollando così l’ambito ospedaliero.
Oggi, grazie a questo servizio le famiglie si sentono rassicurate e supportate. Si
garantisce così la vicinanza massima al cittadino.
il pubblico presente alla serata |
Romano Astolfo ha analizzato invece le difficoltà che si possono
riscontrare sulla sanità locale, da quelle economiche, come ampiamente spiegato
dall’assessore Coletto, a quelle legate alla carenza di professionisti, sempre
meno allettati dall’offerta degli ospedali locali.
Prendendo ad esempio l’Ospedale di Oderzo, questo oggi garantisce i
servizi d’urgenza, prova ne è l’importante investimento per la ristrutturazione
del pronto soccorso da poco inaugurato; e i servizi di utilizzo quotidiano e
alle fasce più deboli (prelievi maternità).
Ora, la proposta è quella di creare un prodotto di “nicchia”,
che possa diventare un’attrattiva e richiamare professionisti, andando così a
sopperire anche al problema della carenza di personale qualificato.
A conclusione degli interventi, c’è stato un breve dibattito con il
pubblico, una domanda in particolare ha suscitato la pronta risposta
dell’Assessore Coletto. Un Medico di base presente in sala ha infatti posto
l’attenzione sul problema della carenza dei medici di famiglia, un problema che
sta diventando sempre più imminente, e che vede come possibile soluzione
l’eliminazione del numero chiuso nelle università.
"Soluzione su cui personalmente mi trova d’accordo"-ha risposto Coletto-"con
il numero chiuso infatti, oggi ci ritroviamo ad avere medici dalla Romania,
piuttosto che dall’India, piuttosto che da i paesi dell’est Europa, ma questo
non è l’unico problema. La Regione dovrebbe decidere le borse di studio in base
alle necessità.
Oggi invece ci ritroviamo più borse di studio lì dove vi sono più posti
letto, ma non una reale necessità di medici."
Una serata dunque che ha posto ancora una volta l’attenzione sul
malandato “Sistema Italia”, un sistema che vede Regioni di serie A costrette a
pagare per regioni di serie B.
Quale la soluzione? Affrontare il problema nel limite delle proprie
possibilità , garantendo sempre i servizi in primis ai propri cittadini, ai
cittadini veneti.
Perché questa volta chi deciderà di non fare, si assumerà le proprie responsabilità, così come dovrebbe essere in un Paese normale!
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