sabato 28 gennaio 2012

Sordi alla voce del popolo, al servizio dei poteri forti

"Non so se l’effetto tenaglia, del quale parlava il nostro segretario federale
Umberto Bossi qualche tempo fa, riferendosi al fatto che una pacifica rivoluzione
sarebbe scoppiata nel nostro Paese allorquando il popolo si fosse ribellato da nord a sud, sia già in atto; di certo però credo che la misura del disagio sociale sia ormai colma. Il fatto è che tutto si è capovolto: una volta la sinistra difendeva i lavoratori e invece adesso difende i banchieri, i poteri forti di casa nostra e quelli europei; i liberali difendevano la libertà economica e sociale e invece adesso tengono in piedi un governo monopolista, che a parole dice di voler favorire i
consumatori mentre nei fatti tutela solo l’interesse dei grandi monopoli.
Quanto potrà andare avanti questa presa in giro? Difficile dirlo. Almeno sino a quando la triplice Pdl-Pd-Terzo Polo continuerà a appoggiare un governo che, sino ad oggi, può ascrivere a suo merito solo il fatto di essere riuscito nell’intento di portare in piazza quasi tutte le categorie sociali: dai professionisti ai dipendenti; dai pescatori agli agricoltori; dagli autotrasportatori ai
tassisti. Insomma è il Paese reale, non quello dei salotti televisivi o delle ovattate stanze del potere, che si sta ribellando! A poco servono le rassicurazioni
di un governo al quale non crede più nessuno. Vi ricordate i punti programmatici
di Monti? “Equità, coesione sociale, risanamento e crescita”, diceva il neo-presidente del Consiglio arrivato a Palazzo Chigi come il salvatore della patria ma rivelatosi ben presto, a causa delle sue manovre sbagliate, artefice soltanto di nuove tasse e di depressione economica. I cittadini hanno ormai cominciato
a capire che questo governo, messo lì con la scusa dell’emergenza per adottare decisioni che mai e poi mai un esecutivo determinato da libere elezioni
avrebbe preso, mira solo a tutelare pochi e circoscritti interessi. Quali? Basta osservare chi in questi giorni manca nelle manifestazioni di piazza. A protestare contro i provvedimenti governativi non ci sono infatti, e non credo che mai ci saranno, i banchieri, o i petrolieri, oppure ancora i componenti
dei Cda delle grandi assicurazioni. No, queste categorie non hanno alcun motivo per protestare perché sanno che con l’attuale governo sono abbondantemente
tutelate e protette. Difficile dire quanto le forze politiche che fanno parte dell’attuale maggioranza siano consapevoli di fare solo il gioco di certi poteri forti che con questo governo hanno trovato il modo di stare nella stanza dei bottoni senza aver chiesto il permesso al corpo elettorale. Forse qualche segnale di dissenso a questo governo si sta registrando,soprattutto nel Pdl, ma occorre fare in fretta perché non è ancora abbastanza per una maggioranza sorda alle istanze dei
cittadini e troppo impegnata a tutelare se stessa."

Giacomo Stucchi
La Padania 27.01.2012

sabato 14 gennaio 2012

L’IMPOSTA MUNICIPALE: LA GRANDE TRUFFA DEL GOVERNO MONTI


Lo scorso dicembre, il Parlamento ha varato, con i voti contrari della Lega Nord (e dell’Idv), la manovra truffaldinamente definita “Salva Italia”.
Tale manovra praticamente insufficiente a salvare la tenuta economica del “Bel Paese”, avrà invece un enorme peso per le tasche dei cittadini che subiranno un vero e proprio salasso da parte dello Stato Italiano.
24 miliardi di euro, questa la cifra garantita dall’inserimento di nuove entrate, quindi nuove tasse ma che prevede invece pochissimi tagli, quasi tutti a scapito di regioni, provincie e comuni.
Il carrozzone centrale resterà invece tale, poiché non verrà per nulla toccato.
Fra le entrate, la predominante, con ben 21 miliardi di nuovo gettito, sarà quella che erroneamente, o volutamente è stata definita IMU, ma che con l’originale Imu non ha nulla a che vedere.
Spieghiamo meglio: l’IMU, imposta municipale unica è stata introdotta dal decreto sul federalismo municipale n° 23 del 2011. Tale decreto, attraverso gli articoli 8 e 9 disciplinava l’imposta municipale come SOSTITUZIONE dell’ICI e dell’IRPEF sui redditi fondiari escludendo dal conteggio l’abitazione a titolo principale, la cosiddetta “Prima Casa”. Gli immobili in questione avrebbero avuto una rivalutazione del 5 %. La nuova imposta sarebbe entrata in vigore nel 2014 e avrebbe avuto un peso dello 0.76%.
Con la manovra Monti invece, viene re-introdotta la tassazione sull’abitazione a titolo principale, la “Prima Casa” per l’appunto, con un’aliquota base del 0.4% mentre sugli altri immobili l’aliquota è quella dello 0.76%. La rivalutazione degli immobili oltre al 5% sarà aumentata di un fattore moltiplicativo specifico per tipologia degli edifici. Questa NUOVA ICI inoltre, non entrerà in vigore dal 2014, ma sarà effettiva già da quest’anno.
Altra sostanziale differenza è rappresentata dal fatto che mentre con l’IMU introdotta con il decreto federalista, i maggiori introiti erano destinati a rimanere nelle casse comunali e quindi essere usati per il territorio ora, con la NUOVA ICI ritorneranno nelle casse di Roma.
La manovra Monti cancella pertanto, il concetto federalista di “pago, vedo, voto” , mentre continua a dare risorse allo Stato Centrale, Stato che continuerà a sprecare i soldi dei cittadini, senza contare che si vedrà un progressivo impoverimento degli enti locali, che rimarranno privi di qualsiasi strumento economico da poter investire nel territorio.

LEGGI CLICCANDO QUI TUTTI I DATI RELATIVI ALLA NUOVA ICI.

giovedì 12 gennaio 2012

ECCO A VOI I "BOIARDI DI STATO"



"...Sui costi della politica la discussione da un po’ di tempo a questa parte si sta facendo seria...Proprio perché se ne parla, i politici, le loro indennità, i
rimborsi, le agevolazioni, finiscono nell’occhio del ciclone
e, puntualmente, scatenano bufere mediatiche e indignazione
tra la gente comune. Ma, in fondo, c’è casta e casta. A sguazzare silenziosamente nell’oro c’è un esercito di Paperoni che non ha gli stessi riflettori puntati
addosso, che solo occasionalmente deve vedersela con il clamore suscitato - inevitabilmente - dalla diffusione dei dati su stipendi, emolumenti,compensi e retribuzioni varie: è composto dalle danarose truppe dei supermanager pubblici, strapagati, troppe volte ingiustificatamente,quelli che il senatore leghista
Piergiorgio Stiffoni ha definito
senza tanti fronzoli «boiardi di Stato». Funzionarifeudatari che dalle società pubbliche ricevono centinaia di migliaia di euro in compensi e prebende, non sempre ottenendo, come logica contropartita
imporrebbe, risultati aziendali ragguardevoli. Politici o manager statali:
qual è la vera Casta, quellacon la “C” maiuscola? Per farsi
un’idea del fenomeno, la tabella che pubblichiamo pare
sufficientemente eloquente...."

Andrea Ballarin
da " La Padania" 10.01.2012
pag.4

domenica 8 gennaio 2012



Da "la Padania" 7 gennaio 2012
Alla Provvidenza chiediamo il voto

Caro Presidente, da giornale di frontiera
quale siamo, come dobbiamo rivolgerci al Quirinale?
Preferiamo che la......liturgia del galateo linguistico, del cerimoniale
di circostanza abbiano un suggeritore promosso dal popolo: la storia. Alla storia
chiediamo di ricordare perché un governo dei tecnici non possa, non sia, anzi, non sia mai stato al posto giusto. Lo facciamo dire ad uno dei padri della
patria più gettonato e strattonato. Insomma, persino Einaudi, alla
vigilia della nascita del Partito fascista, mentre il Paese era nel bel mezzo di una crisi che stava progressivamente avvitandosi verso la perdita di sovranità espressione dei cittadini, sentì il dovere di alzare la voce.
Fece in tempo, Einaudi, a scriverlo sui giornali, che la politica ha una funzione insostituibile, che non deve abdicare a favore dei professori, dei burocrati. Il nostro suggeritore, la storia appunto, ci ricorda con una strepitosa immersione umanista nella nostra cultura occidentale, che il popolo ha un’a n ima, da plasmare ed educare. Non è carne da macellare. Che la politica abbia una missione più alta rispetto alla missione dei banchieri, dei professori è un dato di fatto. Il bene comune non corrisponde agli interessi del potere. Significa rappresentanza, significa garantire una casa, una scuola, una chiesa, un ospedale, una fabbrica a chi lavora. E la divaricazione, come spiega bene Einaudi, tra un burocrate e chi ha un mandato per essere al servizio del popolo per trovare il modo migliore per raggiungere l’obiettivo è sostanziale. Altrimenti? Altrimenti se la politica non serve, un anno dopo le parole di Einaudi si arriva, suggerisce la storia, al discorso del “bivacco dei manipoli”, quando Mussolini prese il potere e si insediò ribaltando le leggi della rappresentanza. Ce lo leggiamo anche quello perché quelle parole sono oro. «Il popolo italiano - nella sua parte migliore - ha scavalcato un ministero e si è dato un governo al di fuori, al di sopra e contro ogni designazione del Parlamento. Chi dice lavoro, dice borghesia produttiva e classi lavoratrici delle città e dei campi. Non privilegi alla prima, non privilegi alle ultime, ma tutela di tutti gli interessi che si armonizzino con quelli della produzione e della Nazione. Il proletariato che lavora, e della cui sorte ci preoccupiamo, ma senza colpevoli demagogiche indulgenze, non ha nulla da temere e nulla da perdere, ma certamente tutto da guadagnare da una politica finanziaria che salvi il bilancio dello Stato ed eviti quella bancarotta che si farebbe sentire in disastroso modo specialmente sulle classi più umili della popolazione». E non è mica finita qui. «Chiediamo i pieni poteri perché vogliamo assumere le piene responsabilità. Senza i pieni poteri voi sapete benissimo che non si farebbe una lira - dico una lira - di economia. Il Paese ci conforta e ci attende». Ecco, a noi non conforta e non attendiamo questi treni che ogni tanto ci porta la storia in nome della necessità economica e della bancarotta. Questione di tempo e deragliano.Crediamo nella Provvidenza che porta il voto.


STEFANIA PIAZZO

Direttore de "La Padania"