martedì 13 settembre 2011

CRISI:VA BENE CRITICARE LA POLITICA, MA LE COLPE NON SONO TUTTE SUE


Pubblichiamo un articolo apparso di recente su "La Padania" a firma di Luciano Dussin










E’ in crisi l’Occidente, lo sappiamo, questo si ripercuote in Italia, e sappiamo anche questo; le colpe non sono solo degli altri, ma anche nostre.
In questi mesi gli organi di informazione hanno attaccato la “casta” come responsabile unica dei nostri problemi. Diciamolo pure, hanno trovato terreno fertile. Però, ad essere obiettivi, il mondo della politica è un mondo che condivide le stesse miserie umane che si trovano in tutti i sistemi di convivenza organizzata. Ogni sistema ha i suoi pedofili, ladri, violenti, arroganti e così via, questo non vuol dire che tutto sia marcio, se non altro perché, nonostante tutto, la nostra società ha continuato a migliorare progredendo in continuazione. Quindi, non sono i sistemi ad essere malati, bensì lo sono molti uomini che in questi meccanismi “esercitano”.
La capacità di fare pulizia al proprio interno fa la differenza in termini di credibilità.
Purtroppo, in questi mesi molti si sono impegnati a trovare l’ipotetico responsabile dei malesseri economici che stiamo vivendo, individuando nella politica l’unico responsabile. Spiace che a questo gioco al massacro abbiano concorso giornali che, se non fossero finanziati con milioni di euro ogni anno dai contribuenti, avrebbero chiuso per fallimento, da chissà quanti anni. Per i loro editorialisti, i politici senza distinzioni, dovrebbero andarsene. Lo stesso auspico io per loro, visto che non sono nemmeno in grado di stare sul mercato senza il salvataggio dei contributi pubblici. Se poi i fustigatori della politica sono quelli che lavorano, o hanno lavorato, in Rai solo per volontà dei tribunali contro le decisioni dell’azienda stessa, e si sono fatti liquidare con milioni di euro (pensate a quanti canoni corrispondono, forse dentro c’è pure il vostro), allora siamo presi proprio male.
In realtà il male di casa nostra ha origini e responsabilità molto diffuse. Abbiamo voluto vivere per decenni sopra le nostre capacità, e ora paghiamo. Le scelte originano anche da chi si fa rappresentare da incapaci se non addirittura da gente che opera in malafede. Siamo in crisi, è vero: chiediamoci quale altro paese al mondo stia spendendo dieci miliardi die euro l’anno per mantenere un esercito di giovanotti collocati in pensione a meno di cinquant’anni di età anagrafica. Nessuno. Però noi dovremo spendere questa cifra per almeno altri vent’anni. Poveri i nostri giovani chiamati a pagare questi privilegi sconosciuti persino a Hollywood…
I partiti che hanno generato queste porcherie avevano uomini di comando eletti dai nostri cittadini. I sindacati non si opposero e rappresentano la classe lavoratrice che li designa. Quindi, le responsabilità, sono diffuse.
Quello citato è un esempio. Si potrebbe continuare ricordando che l’Italia spende più della media UE in tutti i servizi ai cittadini, ma spende di più alla voce stipendi, perché abbiamo più insegnanti, più giudici, più dipendenti comunali, provinciali, regionali, ospedalieri e nelle forze dell’ordine di tutti gli altri paesi. Abbiamo pure un esercito di invalidi con relativi accompagnatori unico al mondo. Tutto questo ha fatto comodo, ma non è sostenibile, e si vede…
Se per molti mettersi la coscienza a posto vuol dire trovare un capro espiatorio a tutti i costi, meglio se questi si chiama Silvio Berlusconi, facciano pure, ma sappiano che la situazione non cambia di una virgola. Vogliamo ricordare ancora alcune delle nostre responsabilità diffuse, che creeranno altra miseria, e che non sono imputabili alla sola “casta” ? Bene, siamo un paese che ha bisogno di recuperare almeno cinquanta miliardi di euro l’anno copiando il modo virtuoso di governare di regioni quali la Lombardia, il Veneto, l’Emilia Romagna ed il Piemonte. Eppure in occasione del referendum sulla Devolution, la maggioranza dei pochi cittadini italiani che sono andati a votare ha scelto di non cambiare nulla. Forse speravano di continuare a vivere in un sistema deficitario comprovato, ma hanno sbagliato, e oggi paghiamo tutti assieme.
La “casta” aveva proposto una riforma, ma è stata bocciata; ricordo che gli stessi giornali che continuano a criticare (quelli non ancora falliti grazie al denaro pubblico) anche allora si schierarono contro il cambiamento. Probabilmente anche essi covavano gli stessi timori verso riforme che avrebbero potuto colpirli-e anche per questo oggi paghiamo. Siamo pure un Paese senza materie prime e con poca energia elettrica prodotta. Per questo la “casta” aveva preso atto che a fronte di quattrocento cinquanta centri nucleari in funzione in tutti gli altri Pesi civili, era il caso di rivedere le nostre politiche energetiche, se non altro per evitare di finanziare posti di lavoro all’estero pagandoli con esose bollette che ci inviano i nostri fornitori di energia nucleare. Certo, è un concetto difficile da capire per un popolo che si permette di eleggere un sindaco che pretende di guidare una città povera come Napoli, portando i rifiuti in Germania, figurarsi capire il nucleare, e quindi continuiamo a pagare diventando sempre più poveri.
Che dire poi dell’ultimo referendum sull’acqua: è stato autorizzato un referendum che ha bloccato specifiche direttive Ue tendenti a mettere in gara la gestione di diversi servizi pubblici, compresa l’erogazione dell’acqua. La “casta” aveva dato delle risposte per evitare le sanzioni. Ha vinto il referendum di chi ha detto che l’acqua sarebbe stata venduta ai privati per fare cassa. Bugia clamorosa, ma come spot ha pagato. Sono passate poche settimane, e fra i sostenitori del referendum c’è già chi indica per la manovra economica la messa in gara dei servizi…
Allora facciamo un bell’esame sui nostri comportamenti e valutiamo cos’hanno generato finora. Non so se sarà possibile recuperare, certo è che siamo messi molto male. A questo punto, se qualche deficiente pensasse di continuare ad usare il parlamento per approvare leggi clientelari, sappia che i tempi sono cambiati, non sono più ammesse spese senza copertura ( i bilanci non li controlliamo più da soli…) e quindi queste nuove infamie resterebbero lettera morta.
Avete capito che quando si raggiungono i trentamila euro di debito pubblico a testa, i responsabili sono più di uno. E soprattutto, attenzione ai cattivi maestri.

LUCIANO DUSSIN

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