venerdì 14 settembre 2012

LA SECESSIONE "DEL" E "DAL" VENETO

da "La Tribuna di Treviso" 14.09.2012
di Luciano Dussin*

La secessione "del e dal" Veneto sembra essere una contraddizione nei termini, così non è. La secessione "del" Veneto dallo Stato italiano è nelle attese di molti veneti. La secessione "dal" Veneto è in atto da alcuni anni e riguarda
la fuga delle aziende che se ne vanno all'estero. Il soggetto determinante queste situazioni non sta a casa nostra, ma alberga (comodamente) a Roma:è lo Stato italiano.L'insostenibilità delle preteseeconomiche che lo Stato ha nei confronti dei cittadini veneti fa lievitare sempre più la voglia di indipendenza; contemporaneamente, con la tassazione più alta del mondo occidentale, mette fuori mercato tutte le imprese costringendole alla fuga prima dell'inevitabile chiusura. Queste pretese sono quantificate in circa 15 miliardi di euro l'anno, vale a dire ben 3 mila euro l'anno procapite. Questo è il differenziale fiscale che colpisce il Veneto.
Ricordiamolo, Veneto,Emilia Romagna e Lombardiasono le tre regioni che mantengono buona parte delle rimanenti regioni. Ad esclusione di Piemonte, Toscana e Marche che si arrangiano da sole, le altre regioni sono tutte beneficiarie delle ricchezze depredate nel Veneto e in Emilia Romagna rispettivamente per 15 miliardi l'anno, e in Lombardia per ben 30
miliardi. Queste cifre risultano in negativo dalla differenza tra quanto irispettivi cittadini versano ai loro Comuni, alla loro Provincia, alla loro Regione, allo Stato, e quanto da questi ricevono in termini di servizi e investimenti. La Sicilia guadagnai' equivalente di quanto perde il Veneto, la Campania
si arrangia con i soldi degli Emiliani e così via. Un ottimostudio di Unioncamere del Venetoha fotografato queste ladronerie. Inutile dire che potendo recuperare queste cifre in Veneto la
crisi mondiale non sarebbe avvertita da nessuno. I nostri operai in cassa integrazione potrebbero prendere almeno 20 mila euro al mese, un comune comequello che tento di amministrare
io, Castelfranco Veneto, potrebbe spendere 90 milioni di euro in più ogni anno mentre oggi non riesce nemmeno a pagare l'energia elettrica. Pensate alla mole di lavori pubblici che potrebbe essere avviata, e i conseguenti risparmi che ne deriverebbero se si investisse nelcontenimento energetico, viario,
ferroviario. La storia insegna che a fronte delle leggi dei signorotti di turno quando la popolazione si ribellava per l'insostenibilità delle gabelle che questi pretendevano, i signorotti morivano... La forza
dello Stato italiano nei confrontidel Veneto trova alleati nel fatalismo e nel servilismo che purtroppo anima ancora buona parte degli stessi veneti. Non che questo sia destinato a durare per
sempre, il passato è ricco di rivolte e ribellioni, però, ad oggi, manca quello spirito di corpo
che dovrebbe intimorire lo Stato per il suo modo di depredare delle nostre ricchezze.
Leggo i timori di alcuni veneti, anche portatori di interessi comuni, nei confronti delle proposte
di autonomia che sempre più forti arrivano dal nostro territorio.
Temono i referendum, temono che prevalga la voglia di autogovernarsi, si nascondono
dietro agli articoli della Costituzione come fossero di dogmi religiosi
e non frutto di un patto fra uomini destinato a cambiare quando gli stessi ne ravvisassero
la necessità. Vorrei chiedere ai tanti servi di casa nostra che inqueste ore hanno criticato il Presidente
Luca Zaia per il suo interessamento alle istanze di libertà che registra nel territorio che governa, se c'è qualche articolo nella Costituzione italiana che giustifichi la rapina di 15 miliardi di euro che annualmente devono subire i Veneti da parte dello Stato italiano. Questo articolo non lo troveranno, ma continueranno a non capire. Intanto le imprese se ne vanno. Per esse la secessione è vita. Chissà, un giorno, levati dai piedi i servi, forse qualcuno, nei confronti di questo Stato, avrà modo di ricordare il vecchio detto: chi troppo vuole nulla stringe. Sta a noi decidere se tornare alla povertà o
difendere le nostre conquiste sociali ed economiche.

*Sindaco di Castelfranco Veneto

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