martedì 23 dicembre 2014

Buone Feste!

Cogliamo l'occasione per augurare a tutti Voi ed alle Vs famiglie i migliori uaguri di un Sereno Natale ed un felice 2015!
Noi saremo sempre pronti a combattere per i nostri ideali, anche nel 2015...e voi?


mercoledì 1 ottobre 2014

"NESSUNO POTRA' IMPEDIRE AI VENETI DI ESPRIMERSI" da Lunedì operativo il C/C regionale



Comunicato stampa N° 2169 del 30/09/2014
(AVN) Venezia, 30 settembre 2014

La Regione renderà operativo da lunedì il conto corrente, già aperto, sul quale fare affluire i versamenti per il finanziamento del referendum consultivo sull’indipendenza del Veneto come previsto dalla legge regionale 16/2014.

Il numero di IBAN del conto corrente è il seguente: IT 37 C 02008 02017 000103397411.

Per quanto attiene, invece, al referendum sull’autonomia, per la sua particolare natura giuridica, esso è finanziabile, come disposto dalla legge regionale 15/2014, con fondi del bilancio regionale.

“E’ l’inizio di un viaggio, che abbiamo voluto costituzionale, legittimo, giuridicamente inattaccabile – è il commento del Presidente del Veneto, Lucia Zaia. Come in Scozia, prende il via una grande pagina di democrazia. Questo conto è la miglior risposta agli scettici che andavano dicendo che non si sarebbe mai arrivati ai blocchi di partenza, la dimostrazione che non si può chiudere la bocca a un popolo che chiede solo di esprimersi. Così come abbiamo deciso di resistere in giudizio di fronte alla Consulta contro l’impugnativa dei neo-centralisti romani, vogliamo a tutti i costi garantire la consultazione”.

“Deve essere chiaro a tutti che la forza di questa mossa storica sta proprio nel percorso di legittimità che abbiamo imboccato - prosegue Zaia. Lo stesso conto è frutto di una attenta consultazione di tutti i dirigenti competenti per materia della Regione, perché vogliamo che sia tutelata ogni fase dei versamenti, compresa l’eventuale restituzione dei fondi affluiti. Abbiamo dunque compiuto tutte le verifiche del caso e garantito ai veneti ogni tutela”.

“E al Governo – conclude Zaia - mandiamo contestualmente a dire: nessuno potrà impedire ai veneti di esprimersi”.

venerdì 19 settembre 2014

LA LIBERTA' NON E' UN BENE PER CUI TUTTI VOGLIONO LOTTARE!

Oggi sarebbe potuto essere un giorno da ricordare, ma nonostante abbiano vinto i "no" all'indipendenza scozzese, la Storia è comunque cambiata, da ieri ad oggi la situazione in Scozia è cambiata...pubblichiamo qui un interessante analisi di Stefania Piazzo.
A voi le conclusioni.

Buona lettura!

LA LIBERTA' NON E' PER TUTTI.
L'INDIPENDENZA (IM)POSSIBILE
* di Stefania Piazzo

"E’ crollato il muro di Berlino. Un papa si è dimesso. L’ America è in guerra con Mosca. Il mondo cambia, e lo fa con una velocità che sorprende tutte le previsioni e i sociologi della politica. Il tormentone pertanto dei sondaggisti sull’esito del voto referendario scozzese, è stato una perdita di tempo. Ha dato da lavorare a un po’ di gente: giornalisti, opinionisti, finanzieri. Chi ha voluto sperare nel No non ha capito che comunque la Scozia non sarebbe stata più la stessa, che l’Europa avrebbe cambiato comunque prospettiva. Chi ha voluto credere nel Si, ha comunque voluto sperare in una rapida, per quanto 300 e passa anni di sudditanza siano “brevi”, soluzione democratica per tornare alla libertà. La lezione che arriva da entrambe i fronti, per chi l’osserva dall’esterno, ha un titolo e una sintesi enigmatica, che vale per la Scozia tanto quanto per la Catalogna, le Fiandre, la Lombardia, il Veneto: l’indipendenza (im) possibile. Una cosa saggia è stata detta dal leader Salmond: votare è un’occasione generazionale. Passato questo giro, serve un’altra generazione per rivendicare altro ancora. Serve una nuova coscienza, una rinnovata classe dirigente, serve una maturazione complessiva e maggiori strumenti contro gli eserciti che fermano in Europa l’ autodeterminazione. Dietro queste parole non c’è né sconfitta né vittoria ma una verità, che anche altre volte c’è stata occasione di ribadire: la libertà non è per tutti, non è un bene per il quale tutti vogliono lottare. Non è un comodo approdo e una rivendicazione sindacabile e trattabile con le poltrone. Non tutti hanno nel sangue il bisogno di essere, tanto per intenderci, poveri ma belli, liberi cioè intellettualmente e con le mani svincolate dalle pastette della politica. Dunque, l’indipendenza, ovunque e altrove, è un fattore (im) possibile. Non dipende dal petrolio, non dipende dalla Nato, non dipende da Bruxelles. Dipende da noi. Occorre quindi chiederci: Veneto e Lombardia a che punto sono, tanto per non girare attorno al problema? Ce lo vedete Roberto Maroni ad organizzare una Diada alla catalana in Lombardia, per chiedere lo statuto speciale? Ce lo vedete Luca Zaia ad organizzare una Diada alla catalana in Veneto, per chiedere l’ indipendenza? Perché un conto è sottoscrivere un’idea, presentarla alle elezioni nella lista delle belle cose da fare, dalle tasse tutte o quasi a casa nostra, altra cosa è preoccuparsi dei Bronzi di Riace o dei guai di Expo. Perché un conto è riuscire a fare una legge per consultare il popolo veneto, altra cosa è sedersi ad un tavolo e iniziare a trattare con Roma, aprire una trattativa. Cosa che si poteva fare 20 anni fa, ma che nessuno pensò di mettere in conto, perché c’era un’alleanza che portava al governo di Roma. E allora, è vero o non è vero che la libertà, e quindi l’indipendenza, non è una cosa per tutti? Eppure se persino il papa ha rivoluzionato il ministero petrino, dando al mondo una lezione di cosa voglia dire ricambio generazionale, farsi di lato, accettare l’inesorabile passare del tempo, se persino a Berlino un muro di cemento armato e vigilato con le armi è crollato sotto il peso della volontà popolare, quale filo spinato ingarbuglia la lentezza mentale e morale di lombardi e veneti davanti ad altri eclatanti esempi, dalla Scozia che ha scosso il mondo, che comunque sia andata, ha vinto, alla Catalogna, che voterà anche se glielo vietano? Non solo questi popoli hanno avuto il vantaggio di avere un leader, e non solo un profondo amore per la propria identità, ma hanno avuto il merito di non demordere davanti ai fallimenti e alle prepotenze. Il Nord, invece, ha dimenticato il federalismo, non sa cosa voglia dire l’ autonomia, si accontenta di due manifesti, uno contro l’immigrazione e l’altro contro l’euro. Poi ne arriveranno altri per la conquista del Sud. Ma questo cosa c’entra con l’indipendenza? -"


Fonte: http://www.lindipendenzanuova.com/catalogna-scozia-lombardia-veneto-scopri-differenze/

giovedì 24 aprile 2014

TUTTO PRONTO PER PONTIDA 2014

Quest'anno saranno 4 i giorni dedicati allo storico raduno di  Pontida.
Quattro lunghi giorni di festa, incontri, musica e grandi momenti politici.
Per la prima volta, le manifestazione del Carroccio sul Pratone avrà  inizio nel giorno della festa dei Lavoratori, Giovedì 1° maggio per concludersi domenica 4 maggio con i tradizionali appuntamenti politici per tutti i popoli padani convenuti.

Di seguito, il programma dettagliato della manifestazione.



venerdì 18 aprile 2014

Buona Pasqua!

"Il risorgere a nuova vita sia un auspicio per tutti noi, per riscoprire ogni giorno ciò che d'importante abbiamo, per vedere le possibilità che il cammino di ognuno di noi ci offre, anche quando la strada sembra a senspo unico, per metterci in gioco e sentirci vincitori della partita"

A tutti voi e alle vostre famiglie, i migliori auguri di Buona Pasqua!

venerdì 28 marzo 2014

TU DECIDI! VIENI A FIRMARE I REFERENDUM!

Inizia questo week end la raccolta firme per i 5 quesiti referendari proposti dalla Lega Nord:

- abrogazione della "riforma Fornero" sulle pensioni;
- abrogazione della Legge Merlin (prostituzione);
- stop ai concorsi pubblici per gli immigrati;
- abrogazione della Legge Mancino (reati di opinione);
- abolizione delle prefetture.

La raccolta firme inizierà presso i gazebo che le varie Sezioni della Lega Nord allestiranno, anche la Lega Nord di Oderzo promuove l'iniziativa e sarà presente Sabato (dalle 14.30 alle 18.00) e Domenica (dalle 9.00 alle 13.00 c.a) in Piazza Grande ad Oderzo.

Ricordiamo però che da lunedì 31 marzo fino al mese di giugno sarà comunque possibile firmare oltre che nei gazebo, anche presso gli Uffici Comunali.


Per maggiori informazioni sui quesiti e sui gazebo della raccolta firme è possibile consultare il sito internet ufficiale all'indirizzo: www.vieniafirmare.org

sabato 1 marzo 2014

SONO VENETO PERCHE'...

Vogliamo proporre una bellissima riflessione del perchè siamo veneti scritta da un Vicentino (Luca Polo).
Crediamo sia un comune sentire. Chissà che non diventi una realtà!. 


SONO VENETO perchè, oggi conosco anche la LINGUA veneta, ma parlo correntemente italiano, inglese, spagnolo e me la cavo con altre due lingue straniere. La millenaria LINGUA veneta, però, ho dovuto impararla da adulto perché mi è stato insegnato nella scuola italiana che il veneto è il dialetto di una lingua nata secoli dopo (?) e soprattutto che parlare veneto significa essere ignorante, stupido, evasore.. se poi sei donna non puoi essere altro che una “facile” servetta.

- SONO VENETO perchè, ho dovuto scavare sotto metri di fango e pregiudizi per riscoprire le mie tradizioni venete, ma sono sempre stato aperto a conoscere e RISPETTARE quelle degli altri. Chi ama davvero le proprie tradizioni non può non rispettare il diritto degli altri di amare le proprie.

- SONO VENETO perchè, abito a Vicenza, ma vivrei ovunque nel mondo ma non in Italia, perchè mi sento Veneto e l’Italia ha umiliato e negato le mie profonde e sane radici con 148 anni di genocidio culturale.

- SONO VENETO perchè, le porte di casa mia sono aperte a tutti i migranti di qualsiasi nazionalità, ma a nessun delinquente... perchè il Veneto non è solo mio, infatti nella millenaria Repubblica Veneta le molte diverse culture hanno sempre convissuto in pace ed armonia (più di quaranta etnie), ma sempre e solo nel rispetto della Lex Marciana e del buonsenso delle libere ma severe istituzioni venete.

- SONO VENETO perchè, ho capito che mettere il naso fuori di casa di fa scoprire cose fantastiche della tua terra, e chi può saperlo più dei Veneti, prima per secoli mercanti, poi migranti per fame con l’arrivo dell’Italia?

- SONO VENETO perchè, apprezzo il paesaggio, la cucina e la cultura prima dei soldi. Ma quando mi mancano i soldi anche per mangiare alla fine del mese perché uno Stato straniero occupante e gestito dalla più fetida e infame mafiocrazia del pianeta mi ha ridotto in schiavitù con una tassazione del 69,7 % e servizi da terzo mondo, la cucina ed il paesaggio cominciano ad annebbiarsi…

- SONO VENETO perchè, i miei confini non restano quelli del mio giardino, ma mi interesso del bene comune di tutti. Ed infatti ritengo che uno Stato Veneto nella comunità internazionale farebbe un gran bene a tutti promuovendo il “BUONSENSO” che ha sempre contraddistinto le genti marciane nella gestione dello Stato, del territorio e nel promuovere la pace e la prosperità. Non a caso il Veneto ha il più alto tasso di volontariato e solidarietà della penisola italica.

- SONO VENETO perchè, mi sento parte importante di una fantastica Europa di Nazioni, quelle vere, non dei putrescenti Stati ottocenteschi nati nel sangue, nella violenza e nello stupro dei Popoli. Mi sento parte di una grande fratellanza di Nazioni VERE... fatte di storia, cultura e tradizioni millenarie.. Scozzesi, Bretoni, Catalani, Tirolesi, Sardi, Siciliani, Lettoni, Lituani, Estoni, Fiamminghi, Sloveni, Baschi, Kosovari, Irlandesi, Gallesi…

In fine sono veneto come voi.. e sono qui per difendere il diritto di esprimere la propria opinione a chi non la pensa come me ed a lottare fino alla morte per il Diritto di Autodeterminazione del mio Popolo, come sancito dal Diritto Internazionale e dai trattati sottoscritti e ratificati anche dallo Stato italiano, il diritto di esprimere pacificamente e democraticamente la forma di governo che i Veneti vogliono per se stessi e per i propri figli.

I VENETI SIMILI A ME, grazie a Dio e a San Marco, oramai sono innumerevoli, come sono innumerevoli i Catalani, Baschi, Scozzesi, Fiamminghi, Bretoni, Tirolesi, Sardi etc che lottano per il Diritto Universale di Autodeterminazione.

* di Luca Polo



lunedì 10 febbraio 2014

PER NON DIMENTICARE

Nel Giorno del Ricordo delle vittime dei massacri delle Foibe e dell'esodo giuliano-dalmata, vogliamo ricordare colui che grazie al suo intenso lavoro di ricerca,ha dato voce a uomini e donne che voce non avevano più.

Marco Pirina per noi è stato più che un ricercatore, è stato un amico ed un "cercatore della Verità".
Grazie a lui abbiamo aperto gli occhi su una tragica pagina della nostra Storia, una Storia per molti anni nascosta e volutamente offuscata.
Come scriveva Marco ne "Il Sangue e...le memorie" << Sembrano pagine di una Storia lontana, alcune scritte in contemporanea con le tragedie di una Nazione lacerata dagli odi e dalle violenze, altre sono lampi che hanno squarciato e squarciano il "suilenzio dei vivi", i falsi storici, il negazionismo ed il revisionismo di parte>>.

Grazie a Marco ed al Centro Studi e Ricerche Storiche "Silentes Loquimur", quelle pagine sono diventate capitoli importanti di un libro che non dev'essere dimenticato e che per noi, di sicuro, non lo sarà.

<<Ai giovani, agli Italiani che non sanno e a quelli che non possono relegare i loro ricordi in un buio dimenticatoio, offro questa pubblicazione, perchè dal martirio di un popolo esule sappiano non dimenticare, in un'Europa che unisce, che i semi dell'odio trapiantati con le menzogne e gli oblii generano sangue che tragicamente colpisce ancora le terre adriatiche e trovino nella Verità, la necessaria giustizia storica, per quelle migliaia di uomini e donne che in silenzio seppero soffrire, morire oricostruirsi una vita in una scelta di Libertà e per la Libertà>>.
Così scriveva in una delle sue numerose pubblicazioni, quasi un monito per tutti coloro che credono nella Verità dei fatti e non  nella "storia distorta che porta inevitabilmente a conlcusioni deviate o di comodo".
Così, con questo monito, vogliamo ricordare oggi tutte queste vittime silenziose, quei morti "sepolti senza un fiore" a cui Marco ha saputo ridare dignità.
Grazie.

giovedì 30 gennaio 2014

Il tabù è caduto lo Stato italiano non esiste più

Pubblichiamo un interessante art.lo di Ida Magli comparso su "Il Giornale" 
di Mercoledì 22 Gennaio scorso.

Stamani i grillini sono usciti di casa senza chiudere la porta. Anzi, appena giunti in strada hanno gettato le chiavi nel primo cassonetto.
Si chiama decreto «svuota carceri» quello apprestato dal governo Letta, ma contiene, sotto questo nome truffaldino, la bomba contro lo Stato italiano e contro il popolo italiano dell'abolizione del reato di clandestinità, una specie di terrificante svuota carceri preventivo e assoluto.Chiunque entri in «casa loro» - definizione ormai priva di senso - non commette nessun reato, è libero di entrarvi e di dichiararsene familiare. Altrettanto hanno fatto, uscendo di casa stamani, Renzi e tutti i suoi sostenitori, gli appartenenti al Pd che guardano con entusiasmo al governo Letta e ai suoi ministri. Finalmente è stata imboccata la strada giusta: far sparire lo Stato italiano e il popolo italiano. Enrico Letta è stato il primo naturalmente a lasciare aperta stamani la porta di casa ma, invece di buttarne le chiavi nel cassonetto, le ha consegnate alla signora Kyenge affinché sia lei personalmente a gettarle via nel momento stesso in cui, con il voto della Camera dopo quello del Senato di ieri, verrà definitivamente abrogato il reato di clandestinità.
L'Italia, il suo territorio, è la casa degli italiani. Questo territorio è stabilito da confini che permettono di identificare lo Stato italiano. Non esiste «Stato» se non esiste il suo territorio e il suo popolo. Come ha dichiarato in questi giorni lo Stato di Israele: «Questa è la terra degli Ebrei, la cittadinanza non verrà data a nessuno straniero», così è per ogni Stato e per ogni Popolo. Con la cancellazione della clandestinità, invece, si afferma che non esiste un territorio appartenente allo Stato italiano, un territorio che lo Stato rivendica come suo, e che non esiste un popolo italiano in quanto chiunque vi si può introdurre e mescolare. Si tratta di una norma talmente distruttiva di qualsiasi realtà e di qualsiasi logica di «Stato» che non è mai esistita e non esiste in nessun Paese, così come non esiste neanche in quei sostituti concreti e simbolici di uno Stato che sono le navi e gli aerei dove la clandestinità è perseguita come il reato più grave. Da oggi, dunque, ci si potrà accomodare senza preavvertirne nessuno in ogni paese d'Italia e, per analogia, in ogni nave e in ogni aereo italiano.
I governanti che hanno elaborato un simile decreto sono i despoti più assoluti che siano mai esistiti. Nessun Monarca, nessun Imperatore, nessun Tiranno ha mai preso decisioni così distruttive verso il proprio regno, verso il proprio popolo. Altro che democrazia! Gli attuali governanti, pur illegittimi in base alla Costituzione, pur considerati dall'opinione pubblica di tutto il mondo dei governanti-barzelletta, dei non-governanti, dai quali ci si aspetta ogni giorno che diano le dimissioni per permettere la formazione di un governo legittimo tramite nuove elezioni, si comportano come se fossero, non gli amministratori, ma i proprietari dello Stato. Proprietari folli, che gettano via ogni ricchezza in un accesso così parossistico di delirio cui non avevano assistito neanche i sudditi di Caligola governati dal suo cavallo.
E i grillini? Quei grillini di cui ci eravamo entusiasmati perché avevano affermato di voler far crollare il «Palazzo»? Cos'è il Palazzo se non il macroparassitismo del Potere assoluto, quello che si serve dei sudditi, di ciò che appartiene ai sudditi, per mangiarseli, per distruggerli? Eccoli lì, dunque, ben sbracati nelle ricche poltrone del Potere, intenti ad usarlo a piene mani per regalare l'Italia, il territorio, il nome, la storia, la civiltà dell'Italia, ai loro Favoriti. Sono talmente incapaci di riflettere e talmente sprezzanti del ridicolo che, pur dichiarati illegittimi dalla Corte costituzionale, si affannano a costruire quello che chiamano pomposamente un impeachment nei confronti del presidente della Repubblica, il quale però è anch'esso illegittimo. Cosa più grottesca di questo modo di governare?

* Ida Magli "Il Giornale" 22.01.2014