
Un testo di rigore che ha mantenuto invariato il saldo finale di 24.9 miliardi di euro, e che non solo contiene tagli alla spesa, ma anche numerose misure strutturali.
Qui di seguito riportiamo una sintesi delle norme approvate:
• blocco degli stipendi per i dipendenti pubblici;
• aumento delle tariffe autostradali, da uno a due euro, ed introduzione del pagamento del pedaggio per la Salerno-Reggio Calabria e il raccordo anulare di Roma;
• regolarizzazione degli immobili fantasma;
• ritorno al 74% la soglia per accedere agli assegni di invalidità, ma aumento dei controlli per i falsi invalidi;
• taglio di 8.5 miliardi in due anni a carico delle regioni, ma le più virtuose nel rispetto del patto di stabilità potranno godere di flessibilità nella scelta dei reparti in cui operare i tagli; i tagli a carico dei comuni per 3.7 miliardi e di 800 milioni di euro per le provincie;
• lotta all'evasione fiscale con possibilità da parte dei comuni che collaboreranno di incassare il 33% delle somme recuperate;
• fissati i nuovi estremi per la pensione: dal 2012 le donne del pubblico impiego andranno in pensione a 65 anni, dal 2015 l'età del pensionamento sarà adeguata alle aspettative di vita calcolate dall'ISTAT;
• modificate le norme sulla libertà di impresa: per aprire un'attività sarà necessaria solo la SCIA (segnalazione di inizio attività), i controlli saranno effettuati entro tre mesi dalla comunicazione;
• limitazione sulle assunzioni nel pubblico impiego ad eccezione dei corpi di polizia, dei vigili del fuoco e degli enti di ricerca;
• taglio del 10% delle spese dei ministeri;
• taglio del 20% delle “auto blu” che porterà a risparmiare quasi 1 miliardo di euro;
• taglio degli stipendi dei manager pubblici: del 5% su redditi superiori a 90 mila euro e del 10% dei redditi superiori a 150 mila euro;
• sospensiva del pagamento delle multe sulle quote latte fino al 31 dicembre 2010.
Una manovra che cerca di eliminare gli sprechi aiutando comunque il Nord, ma che mai potrà dare i benefici che porterà il Federalismo Fiscale.
Il capogruppo leghista Bricolo sul federalismo fiscale ha dichiarato”...siamo di fronte alla svolta decisiva, il passo successivo al Federalismo demaniale è il cuore della riforma: le tasse dei cittadini rimarranno finalmente sul territorio; un passaggio strategico che servirà a evitare gli sprechi e dare più servizi ai cittadini”.
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